Il collegio penale del Tribunale di Larino ha condannato cinque degli imputati nell’inchiesta antidroga “Lungomare” che nell’ottobre del 2018 portò i Carabinieri del Nucleo Investigativo all’esecuzione di 22 misure cautelari fra carcere, domiciliari, divieti di dimora e obblighi di firma. Caduta l’accusa di associazione a delinquere soltanto per alcuni degli indagati. Sono stati condannati: Nicola Campochiaro, 40enne, a 8 anni e 2 mesi di reclusione, e interdizione perpetua dai pubblici uffici; Cicilano Luigi Consiglio a 4 anni e 6 mesi di reclusione, e interdizione per 5 anni dai pubblici uffici; Francesco Moreno Cinquina a 8 anni e 2 mesi di reclusione, e interdizione perpetua dai pubblici uffici; Emanuel Perrone, 28enne, a 4 anni e 6 mesi di reclusione, 19mila euro di multa e interdizione per 5 anni dai pubblici uffici; D.M. a 1 anno e 6 mesi di reclusione e 2400 euro di multa, con sospensione della pena. Assolti M.F., C.I.V., F.A.M., C.P., M.C., L.D.C., G.V., M.R.D.F., M.D.B. e D.P. Per M.A. 44enne c’è stata l’assoluzione per un capo di imputazione e per il resto sono state trasmesse per competenza le carte al Tribunale di Campobasso. Altri indagati hanno definito la loro posizione con altro rito.
La difesa: “Smontata l’accusa dell’associazione. Fiduciosi in un miglior esito in Appello”.
“L’ipotesi accusatoria dell’esistenza di una associazione criminale operante sul territorio molisano è stata smontata per alcuni degli indagati dalla sentenza di primo grado e questo è quello che le difese hanno sempre sostenuto con forza“, affermano Carmine ed Elena Verde (foto in basso) a margine della sentenza, difensori di Emanuel Perrone e D.M., per i quali il pm Sabusco aveva chiesto la condanna rispettivamente a 10 anni e 6 mesi per il primo e 2 anni e 6 mesi per il secondo. “Ora siamo fiduciosi che in sede di appello le condanne residue, almeno per quanto riguarda i nostri assistiti, verranno azzerate o quantomeno fortemente ridimensionate“.
L’inchiesta.
L’operazione dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale coordinati dalla Procura della Repubblica di Campobasso portò a smantellare un giro di spaccio di cocaina, eroina ed hashish fra la Puglia e il Molise, la cui attività finita nel mirino degli inquirenti si concentrava soprattutto sulla costa. Un’inchiesta partita da gennaio 2016 e condotta con l’ausilio di attività tecniche, osservazioni, pedinamenti e perquisizioni. Uno degli elementi emersi è stato lo spostamento della piazza dello spaccio da San Severo ai centri molisani. I pusher pugliesi non erano più raggiunti dai consumatori e dagli “intermediari” molisani bensì affittavano appartamenti a Campomarino, Termoli e Campobasso. Dalle intercettazioni telefoniche registrate dagli inquirenti si evinceva come le cessioni di droga avvenivano a seguito di accordi premilinari, durante i quali veniva utilizzato un linguaggio in codice. In particolare i vari tipi di stupefacente erano solitamente associati a nomi di persone.