La crisi globale innescata nel 2020 dalla pandemia di Covid-19 ha determinato anche in Molise un brusco deterioramento del quadro economico. Secondo le ultime previsioni fornite da Svimez, nel corso dell’anno il prodotto interno della regione si ridurrà di oltre il 10 per cento. E’ quanto riportato dal rapporto di novembre di Bankitalia. Le limitazioni alle attività economiche dovute all’emergenza sanitaria hanno indotto nel primo semestre un forte calo della domanda interna, non compensato dalla crescita delle esportazioni sospinte dall’automotive e dall’alimentare. Come per l’intero Paese, nel corso dei mesi estivi sono emersi segnali di un parziale recupero dei livelli di attività ma l’evoluzione della situazione economica appare condizionata, soprattutto nel comparto dei servizi, dal recente peggioramento del quadro epidemiologico. Nel settore industriale, nonostante il migliore clima di fiducia riscontrato nel terzo trimestre, il sondaggio condotto tra settembre e ottobre su un campione di aziende con sede in Molise ha rilevato un diffuso calo delle vendite nei primi nove mesi dell’anno e una spesa per investimenti nel complesso debole; le previsioni a breve termine sono state prudenti, mostrando una sostanziale eguaglianza tra la quota di aziende che si attende un’ulteriore flessione del fatturato e quella che ne prefigura un incremento. Il settore delle costruzioni ha riportato un marcato calo delle ore lavorate e del valore della produzione mentre nel terziario i segnali di recupero emersi nei mesi estivi, che hanno interessato anche commercio e turismo, non hanno compensato la riduzione dell’attività dovuta al calo generalizzato dei consumi.
Nel mercato del lavoro il numero di occupati è tornato a diminuire, interrompendo il moderato recupero dello scorso biennio, con effetti più rilevanti per i lavoratori con contratto a termine e per quelli impiegati nel terziario; le difficoltà nella ricerca di un impiego hanno inoltre influito negativamente sulla partecipazione al mercato del lavoro. Le ore autorizzate di cassa integrazione sono fortemente cresciute, attestandosi su livelli eccezionalmente elevati soprattutto nei mesi di aprile e maggio; anche il ricorso agli altri strumenti di sostegno del reddito delle famiglie è aumentato significativamente. Nel mercato del credito le dinamiche in atto nell’ultimo quinquennio sono state profondamente modificate dal mutato contesto economico. I prestiti alle imprese sono tornati ad aumentare in misura sostenuta per effetto della crescente domanda di credito, volta a finanziare il capitale circolante e la ristrutturazione di posizioni in essere, e dell’allentamento delle politiche di offerta, favorito dalle misure di facilitazione dell’accesso al credito; si è invece sensibilmente attenuata nei primi sei mesi dell’anno l’espansione dei prestiti di banche e società finanziarie alle famiglie, per via della brusca interruzione della crescita del credito al consumo e del rallentamento di quella dei mutui. La qualità del credito è rimasta pressoché invariata grazie soprattutto alle moratorie sui prestiti e alle misure di sostegno dei redditi delle famiglie e dell’attività delle imprese. La raccolta bancaria è stata alimentata dalla crescita dei depositi di famiglie e imprese residenti in regione, sospinta dalla maggiore propensione al risparmio a scopo precauzionale.
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