Fra le vittime del Covid-19 si registrano purtroppo anche i molisani che vivono o lavorano fuori regione e che non vengono conteggiati dai bollettini quotidiani Asrem per competenza territoriale ma che vengono ugualmente pianti da tanti corregionali legati a coloro che non ce l’hanno fatta. Nelle scorse ore è deceduto Mario De Michele, 59enne di Campodipietra, sostituto commissario nel Comando di Polizia Penitenziaria presso la casa circondariale di Milano-San Vittore. Da giorni combatteva con il virus che purtroppo gli è stato fatale. Si spegne dopo 37 anni di servizio, lasciando una moglie e un figlio giovane, oltre che un immenso vuoto in tanti colleghi e amici. A darne la notizia è stato il Sappe. “Oggi è un giorno di grande dolore per tutti noi che conoscevamo Mario – si legge nella nota di cordoglio, – una colonna del carcere di San Vittore, un collega stimato e apprezzato da tutti, un uomo con la grande passione per il suo lavoro e che tra qualche mese avrebbe raggiunto il traguardo della meritata pensione. Si, perchè il virus maledetto non glielo ha permesso, ma sarebbe andato in pensione tra sei mesi”. E ancora: “Un collega disponibile, presente, sempre pronto ad affrontare anche le questioni più problematiche del nostro lavoro. Un Poliziotto Penitenziario che ha pagato con la morte il proprio tributo di sangue al servizio dello Stato. Un’altra vita spezzata da un virus, il covid19, che in modo vigliacco è capace di colpire chiunque. Un abbraccio forte va alla sua Famiglia e al suo giovane figlio. Ciao amico continueremo a fare il nostro lavoro con la stessa tenacia e passione che ci mettevi tu nel rispetto dei tuoi consigli e dei tuoi insegnamenti“. Anche il segretario della Polizia Penitenziaria Aldo Di Giacomo ha voluto unirsi al dolore che ha colpito la famiglia di Mario De Michele, a nome dei colleghi molisani. “Abbiamo appreso con sconcerto la notizia della scomparsa del sostituto commissario, il quale ha rappresentato e rappresenterà per molti anni ancora, per generazioni di colleghi, un esempio da seguire per le sue doti professionali ma soprattutto perchè in lui vedevano le doti di un buon padre di famiglia a cui rivolgersi in ogni situazione. Il COVID ha portato via la sua prima vittima della seconda ondata. L’Amministrazione Penitenziaria tutta non può che piangere la scomparsa di uno dei suoi migliori uomini”.
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Un caro Amico.