Il gruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale del Molise ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica in merito al cluster Covid registrato tra pazienti e operatori del reparto di Chirurgia dell’ospedale Cardarelli di Campobasso. “Si tratta dell’ennesima denuncia alla magistratura con la quale segnaliamo le carenze organizzative e gestionali evidenziate da Regione Molise e Asrem e legate alla pandemia”, commentano i pentastellati. “Da marzo sosteniamo che rendere struttura Covid il principale ospedale del Molise, l’hub di riferimento per le multidiscipline, l’unico Dea regionale di primo livello, è stata una scelta sbagliata e sciagurata. La prova, purtroppo, l’abbiamo avuta per mesi e in questi giorni ne stiamo avendo drammatica conferma. Il nostro esposto è una richiesta diretta alla magistratura di far luce sulla organizzazione del Cardarelli, ma è anche e soprattutto un segnale di vicinanza agli operatori dell’ospedale di Campobasso, ai pazienti, alle loro famiglie, e un modo per dar voce alle preoccupazioni di tutti i cittadini. Ecco il punto. I molisani hanno bisogno di risposte e chiederle non significa strumentalizzare politicamente il tema perché nelle difficoltà serve unità, unione d’intenti. Dall’inizio della pandemia abbiamo portato in Consiglio regionale proposte, richieste e soluzioni e solo al Cardarelli abbiamo fatto tre sopralluoghi. Il reparto di Chirurgia è in sofferenza da tempo, per questo da mesi chiediamo compiti ripartiti su altre strutture sanitarie regionali. Un esempio: gli interventi in day e week surgery potrebbero essere eseguiti al Caracciolo di Agnone, in modo da alleggerire il Cardarelli e rispondere al meglio alle esigenze dei cittadini perché il blocco di Chirurgia significa stoppare le attività ordinarie allungando le liste d’attesa. Inoltre da agosto chiediamo di migliorare e rendere fruibili le aree grigie. Al momento chi deve essere ricoverato è sottoposto a test rapido e, in caso di negatività, viene ricoverato per poi essere sottoposto a tampone con il rischio che i falsi negativi trovino comunque posto in ospedale moltiplicando il rischio di contagio. Potenziare le zone grigie, invece, vorrebbe dire ricoverare in apposita area dell’ospedale chi è risultato negativo al test in attesa del tampone, garantendo la sicurezza di tutti. Sono proposte organizzative ignorate nonostante le tante difficoltà. Il Molise paga ogni giorno la carenza di personale nonostante norme e strumenti speciali messi in campo dal governo centrale. Da troppo tempo in troppe Unità operative mancano i primari, i principali gestori dei reparti; inoltre il piano del fabbisogno presentato da Asrem a marzo scorso ha avuto un risultato sconcertante: zero assunzioni nei reparti di Rianimazione, Anestesia e Malattie infettive. Oggi sappiamo che bisognava fare altre scelte, molte delle quali indichiamo da mesi. Ma quando le istituzioni non si muovono, abbiamo il dovere di andare oltre e chiedere l’intervento della magistratura a cui spettano attività di controllo, d’inchiesta e a cui ora chiediamo di operare presto in nome di tutti i molisani. Noi continuiamo a lavorare come sempre fatto, spesso sotto traccia, attraverso comunicazioni istituzionali ad ogni livello, pur tenendo sempre ben presenti i dettami della Costituzione. La sanità prevede competenze ripartite tra Stato e Regioni, le sole a poter dettare le linee operative: lo Stato programma, la Regione gestisce e attua, quindi il Governo non può sostituirsi all’ente regionale nella gestione sanitaria locale. Sostenere una cosa del genere significa fornire un alibi a chi, come Regione e Asrem, avrebbe il compito di organizzare e gestire la sanità, chi è investito della responsabilità di difendere i cittadini dalla pandemia, ma non lo fa”.
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