Ore 13. Il coronavirus è entrato all’interno di un’altra struttura molisana dedicata agli anziani, l’asilo diurno/casa alloggio L’Arcobaleno di Ferrazzano, dove attualmente sono presenti otto ospiti e sei operatrici. Almeno due i casi di Covid-19 accertati, riguardanti un anziano e una operatrice, ma, in attesa della ricostruzione dei dati ufficiali comunicati dall’Asrem al Comune, il timore è che il numero possa essere più alto (indiscrezioni parlano di 6-7 casi) e comunque in continua evoluzione. La struttura al momento è “blindata”, senza possibilità di entrare ed uscire. Delle donne che vi lavorano, anche coloro che sono risultate negative al tampone hanno deciso di comune accordo con l’amministrazione comunale di restare ad assistere gli anziani. Fra loro la moglie del sindaco Antonio Cerio, che ammette al telefono: “anche io ho fatto il tampone per scrupolo ma, come lei, sono risultato negativo“. I sintomi sospetti riscontrati ad alcuni ospiti hanno messo in allarme il personale, facendo scattare lo screening. Il primo cittadino parla, al plurale, di febbre alta e altre forme sintomatiche che sarebbero per ora rientrate, facendo intendere che più di qualcuno avrebbe contratto il Covid. Nessuno per ora è stato ricoverato, si trovano tutti in isolamento presso l’asilo e il personale Usca si è presentato all’interno per controllare le loro condizioni. “C’è qualche preoccupazione in quanto alcuni presentano altre patologie – spiega Cerio, – per ora sembra che la situazione si sia tranquillizzata“. Chiaro che i numeri potrebbero cambiare, in quanto solo una parte delle persone presenti nella struttura sono risultate positive al Covid. Il problema dei numeri ufficiali è legato alla comunicazione non precisa fornita dall’Asrem ai Comuni, su cui già altri sindaci si sono lamentati. In questo caso, ad esempio, sono stati comunicati i comuni di residenza dei positivi alle rispettive amministrazioni, creando un problema a quella di Ferrazzano dal momento che nell’asilo ci sono ospiti anche di altri comuni. L’origine del contagio al momento è ignota. Anche se la struttura nasce come asilo diurno, il sindaco assicura che gli anziani vi restano in maniera permanente, quindi anche la notte. “Peraltro – ha aggiunto, – come già era avvenuto nel periodo del lockdown, con la seconda ondata in autunno è stato predisposto il divieto di contatti con i familiari. Solo in estate, con l’abbassamento dei contagi, era stata permessa la visita su appuntamento e un familiare alla volta, con le dovute distanze e mascherine“. Se questo è stato quindi il protocollo, probabilmente il virus è riuscito ad entrare nella struttura tramite una operatrice asintomatica, bruciando sul tempo il vaccino non ancora arrivato da queste parti. La situazione è sotto stretto controllo, vista la presenza di soggetti fragili.
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