Sono stati chiamati indispensabili, eroi ed eroine. La categoria dei commessi non è stata assolutamente considerata tra quelle che necessitano quanto prima di essere vaccinate. Hanno svolto sino ad oggi con moltissimi sacrifici e ogni giorno il proprio lavoro stando a contatto con tantissime persone, anche nei periodi più bui della pandemia senza mai tirarsi indietro. “Ricordiamo infatti – sottolinea la Filcams Cgil, promotrice dell’appello – che i supermercati sono tra le attività commerciali che non hanno mai smesso di lavorare perché di fondamentale importanza in quanto forniscono al cittadino beni di prima necessità.
Ogni giorno il settore è in contatto con tantissime persone le quali, il più delle volte, sono anche molto superficiali nel rispettare le disposizioni quali il distanziamento, l’indossare correttamente la mascherina, l’igienizzazione delle mani. È una vera lotta. Sono quei lavoratori che purtroppo non sono mai stati presi in considerazione nei vari DPCM emanati; sono quei lavoratori, per la maggior parte donne che lasciano i propri figli in dad a casa; sono quei lavoratori ai quali non è permesso nemmeno in periodo di pandemia di fermarsi”. La Filcams Cgil Molise in questi giorni pone al centro dell’attenzione, ancora una volta, questa categoria con una iniziativa tenutasi direttamente sui posti di lavoro e i protagonisti sono proprio loro, i lavoratori che hanno messo la propria faccia nelle tante foto scattate per dare voce alla loro indignazione.
Richiedono a gran voce di poter essere inserite nel piano vaccinale nel più breve tempo possibile. “Teniamo a ribadire come Filcams Cgil Molise che non è una “guerra tra i poveri”, tra chi deve essere vaccinato prima ma è solo una riconoscenza ai lavoratori e alle lavoratrici che da oramai un anno continuano ad essere in prima linea, oggi ancor di più essendo il nostro Paese quasi per la totalità in zona rossa. La Filcams Cgil Molise chiede alla Regione Molise, nella persona del presidente Donato Toma, di tenere in considerazione la richiesta e, magari, di far trovare come sorpresa nell’uovo di Pasqua l’inserimento nel programma di vaccinazione la categoria dei lavoratori dei supermercati, ipermercati e discount per non restare “figli di un Dio minore”.
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