Ore 10.30. La politica dei perditempo e la sanità privata sul banco degli imputati per la disastrosa gestione dell’emergenza sanitaria in Molise. “Cacciamoli” gridano a gran voce i comitati cittadini che questa mattina hanno sostenuto davanti alla sede del Consiglio regionale la battaglia comune per rivendicare una serie di richieste finora non realizzate ma anche per mettere a nudo numeri che non tornano e denunciare situazioni che si protraggono da anni e che hanno portato alla situazione attuale.
Una sanità pubblica indebolita dai tagli e che ha in parte abdicato in favore dei privati, ma anche un Molise impreparato di fronte alla seconda ondata della pandemia, annunciata, e che per tale motivo non esenta da colpe gli attuali rappresentanti istituzionali e di vertice nell’ambito della gestione dell’emergenza. Tutti a casa, è il grido comune. Non serve individuare il singolo o rimuovere solo un direttore o un commissario, sottolineano i rappresentanti delle associazioni che uno ad uno intervengono, perchè le responsabilità sono molteplici e collettive. Le circa 400 vittime del Covid potevano essere evitate o comunque potevano essere meno di quelle finora registrate se non fossero state raccontate bugie, se le strutture sanitarie fossero state attrezzate per tempo, se fosse stata rafforzata la medicina territoriale. Il Vietri di Larino è la struttura che doveva ospitare i pazienti Covid o in alternativa post Covid e invece dopo un anno è ancora inutilizzata. La torre Covid al Cardarelli si è rivelato un progetto fallace, fatto di ritardi e battaglie fra aziende e sui costi. Da Iorio a Frattura a Toma, i comitati non hanno risparmiato nessuno, ripercorrendo anche le tappe del passato che hanno portato all’attuale situazione.
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