Probabilmente le sue aspettative erano troppo alte rispetto alla somma pattuita. Quella donna avvenente aveva acceso tutte le sue fantasie più nascoste, preparandolo ad una serata indimenticabile in un caldo appartamento. Forse la sua eccitazione lo aveva portato a pretendere perversioni esagerate persino per lei. Fatto sta che al termine della prestazione il cliente, che aveva sborsato 200 euro per quel momento di piacere, ha manifestato tutta la sua contrarietà e la sua insoddisfazione, chiedendo immediatamente la restituzione dei soldi e, di fronte al rifiuti di lei, aggredendo la prostituta e procurandole lesioni. L’uomo è andato in escandescenza al punto da costringere la donna a fuggire e non contento avrebbe portato via cellulari e televisori presenti nell’appartamento. Per questo i militari del NOR della Compagnia di Isernia hanno tratto in arresto l’uomo in flagranza di reato, dopo che erano tempestivamente intervenuti sul luogo dell’aggressione, in una strada di Isernia. I Carabinieri lo hanno prima individuato nei pressi dell’edificio. Il ‘cliente’ riferiva di aver richiesto il loro intervento perché una donna gli aveva sottratto la somma di 200 euro, della quale pretendeva la restituzione. Raggiunta l’abitazione, gli operanti constatavano che il vetro della porta di ingresso era danneggiato ed identificavano la donna che riferiva di essere stata aggredita, poco prima, ad opera di un uomo, poi individuato in quello presente. Per sottrarsi alla violenza era stata costretta a scappare di casa ritrovandola, al suo rientro, completamente a soqquadro, verificando la mancanza dei telefoni cellulari e del televisore. L’immediata perquisizione eseguita dai militari permetteva di rinvenire i due telefoni cellulari che l’uomo aveva nelle tasche della giacca indossata ed il televisore non lontano dal luogo dell’occorso. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Isernia ha convalidato l’arresto eseguito e, ritenuta la sussistenza di un concreto ed attuale pericolo di reiterazione di condotte criminose della stessa indole di quella commessa dall’indagato, ha disposto nei suoi confronti l’applicazione della misura cautelare dell’obbligo di dimora, nel comune di residenza dell’indagato.
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