Quando gli utenti si presentavano al Cup per pagare la loro prestazione sanitaria, non sempre i soldi finivano nelle casse dell’Asrem. Un dipendente ‘infedele’ infatti aveva escogitato il modo per far ottenere la prestazione al cittadino, che in maniera ignara credeva di aver ottemperato al proprio adempimento, e nello stesso tempo non far risultare nel sistema informatico la prenotazione così che gli importi non venissero conteggiati, così da poter intascare comodamente i soldi ‘svincolati’ da entrate ufficiali all’insaputa di tutti, compresi quindi Asrem e colleghi. Per tale motivo, nell’ambito di un’articolata attività di indagine del NAS Carabinieri di Campobasso diretta dal pm Alessandro Iannitti e coordinata dal Procuratore della Repubblica di Isernia Carlo Fucci, è stata data esecuzione della misura cautelare personale di sospensione dal pubblico servizio a carico di un dipendente dell’ASREM, addetto alla riscossione dei “tickets sanitari” presso gli uffici CUP. L’indagine ha disvelato come l’impiegato, dopo aver incassato il denaro pagato dagli utenti per la dispensazione delle prestazioni sanitarie e rilasciato quietanza di pagamento, provvedeva, all’insaputa degli ambulatori, alla cancellazione delle prenotazioni dal sistema telematico: in tal modo la prestazione sanitaria veniva comunque erogata e l’importo del “ticket sanitario” invece di essere versato nelle casse dell’ASReM veniva indebitamente intascato dall’indagato, configurando il grave delitto di peculato. Nel corso delle operazioni si è proceduto al sequestro di documentazione amministrativa e sanitaria necessaria per l’esatta determinazione della portata della condotta criminosa e la quantificazione del danno erariale, stimato in circa 15.000 euro annui nel periodo 2018/2020, importo che quindi potrebbe attestati a circa 45mila euro.
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