Fra un mese anche decine di farmacisti in Molise potrebbero avere l’abilitazione per somministrare il vaccino anti Covid alla popolazione. Fino al 13 aprile, sono stati 55 – di cui 36 in provincia di Campobasso e 19 in provincia di Isernia – quelli che hanno aderito al primo corso teorico obbligatorio dell’Istituto Superiore di Sanità, svolto in via telematica. A questo seguirà un secondo corso teorico, principalmente incentrato sulla sicurezza e sulle modalità da seguire all’interno della propria farmacia, e poi un tirocinio pratico di alcuni giorni presso un punto vaccinale della regione. A fare una stima sui tempi è il presidente dell’Ordine dei Farmacisti della provincia di Campobasso, Michele Rinaldi, che però ha sottolineato una cosa importante. “E’ sbagliato auspicare fughe in avanti, il farmacista deve essere formato al 100% prima di costituire una ulteriore risorsa a sostegno della campagna vaccinale“, ha affermato categorico, raggiunto da noi al telefono. L’adesione ai corsi dell’Iss al fine di conseguire l’abilitazione è su base volontaria ma potrebbe imprimere una ulteriore accelerazione nell’ambito dell’immunizzazione della popolazione, ai fini del raggiungimento dell’obiettivo entro l’inizio di autunno. Nonostante ciò, il Molise è in ritardo e l’inizio per i farmacisti, auspicato per metà maggio da Rinaldi, resta incerto. Il motivo riguarda l’accordo, non ancora raggiunto, tra Federfarma e l’Autorità sanitaria regionale. “In questo momento – ci spiega Rinaldi – è in atto una sorta di contrattazione tra sindacato, Asrem e Regione. In altre regioni i farmacisti sono già abilitati e sono partiti. Speriamo che nel giro di qualche giorno si arrivi alla quadra, e quindi agli accordi per poter ottenere le chiavi di accesso al sistema telematico che gestisce il processo di registrazione dei singoli utenti“. Da una parte, quindi, i farmacisti hanno degli obblighi a cui adempiere per essere pronti. Dall’altra ci sono aspetti “esterni” decisivi per determinare le tempistiche. “Nel momento in cui saranno disponibili i vaccini e gli stessi saranno assegnati alle farmacie si potrà iniziare“, aggiunge Rinaldi, che ribadisce: “la regione è piccola, l’organizzazione può essere molto celere, ma è fondamentale che il farmacista sia formato al 100%“. Una precisazione doverosa, visto anche il possibile scetticismo che potrebbero manifestare molti utenti nel recarsi dal proprio farmacista piuttosto che dal medico. Quale sarà il vaccino a disposizione delle farmacie? Stando alle indiscrezioni, sarà il Johnson & Johnson, perché è quello più pratico a livello di conservazione, dal momento che non sono necessarie celle frigorifere particolari, come ad esempio per il Pfizer, solitamente conservato fra -80 e – 60 gradi (anche se ultimamente i parametri sono oggetto di revisione). Tuttavia siamo ancora alle ipotesi. “Non dimentichiamo – commenta Nicolangelo Giampaolo, titolare della farmacia di Villetta Flora, a Campobasso, uno dei professionisti che ha aderito ai corsi dell’Iss – che ogni vaccino, anche se lascia un piccolo margine di possibilità di contrarre l’infezione in caso di esposizione al virus, ha una efficacia completa contro una manifestazione grave dell’infezione stessa, che è la cosa più importante, perché si eviteranno tutte quelle ospedalizzazioni e quei decessi a cui purtroppo assistiamo da oltre un anno“. Per Giampaolo, i corsi costituiranno un valido libretto di istruzioni per il nostro sistema immunitario. “In Italia ci sono circa 19mila farmacie in 8mila comuni, sono così presenti capillarmente nel tessuto geografico e sociale che si è evidentemente pensato di coinvolgerle per accelerare le vaccinazioni“. Il termine per aderire al primo corso scade il 4 giugno. E’ molto probabile che fino a quella data le adesioni in Molise aumenteranno.
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