Maria riguarda sullo smartphone le foto dei suoi due meticci dal pelo rossiccio e ancora una volta le si stringe il cuore. Max e Lunetta – il primo aveva 2 anni, la seconda 1 anno e mezzo – da sabato non ci sono più, uccisi in poche ore dalla stessa miscela velenosa che a Busso ha causato la morte, nel medesimo giorno, di almeno altri 3 cani padronali e di un randagio che però, in qualche modo, “era stato adottato dalla comunità e orbitava in particolare davanti al negozio di una signora che gli dava quotidianamente da mangiare“. Una strage che probabilmente è opera di una sola mano. Di chi possa trattarsi, al momento né si hanno indizi né sospetti, o almeno nessuno, dal sindaco Palmieri alla stessa Maria, intende sbilanciarsi. Una cosa è certa, sulle tracce del responsabile ora ci sono anche i Carabinieri, dal momento che la donna ha presentato una denuncia. La drammatica scena di alcuni giorni fa le resterà per sempre nella mente. “La mattina ho trovato Lunetta accasciata in giardino, già priva di vita. Max invece era ancora vivo ma si vedeva che non stava bene. Ha iniziato a vomitare. C’erano della pasta e della carne che non erano le stesse che gli avevo lasciato la sera precedente, ma soprattutto era presente una sostanza blu“. Quella sostanza era liquido antigelo. Magistralmente iniettata e nascosta nel cibo. I veterinari avrebbero riscontrato anche veleno per topi. “Max soffriva, si agitava, era affetto da convulsioni, probabilmente provava dolori lancinanti. Una scena terribile. Lo abbiamo caricato in macchina e siamo corsi dal veterinario. E’ morto durante il viaggio“. Maria ci racconta che un’altra famiglia, vittima dello stesso episodio, è riuscita ad arrivare in tempo all’ambulatorio. Ma dopo una giornata di atroci sofferenze, il loro cane a tarda sera ha conosciuto lo stesso destino degli altri. “Erano dei cani buoni buoni – si dispera Maria, che ancora non riesce a riprendersi da quanto accaduto. – Non davano fastidio a nessuno. Non digrignavano i denti. E quando uscivano in strada, non si allontanavano di molto da casa“. In particolare, per quanto riguarda Lunetta, la più piccola, era già tanto vederla fare 100 metri dalla proprietà, ci spiega. Max, invece, quando usciva dal cancello o scavalcava la rete in un punto in cui è più bassa, poteva allontanarsi un po’ di più, “soprattutto ora che con la stagione degli amori c’è molto più movimento“. Il punto in cui sarebbe stato abbandonato il cibo avvelenato è una zona periferica di Busso, si parla dell’area che comprende il campo sportivo, a meno di un chilometro dall’abitazione di Maria. Forse per via del ritrovamento di alcuni avanzi colorati di blu. Possibile che entrambi i suoi cani abbiano raggiunto quella zona? Non è detto infatti che i bocconi avvelenati si trovassero originariamente lì o fossero gli unici. C’è addirittura il sospetto che possano essere stati lasciati anche a ridosso delle abitazioni, se non lanciati dentro, ma “né in giardino né all’interno dell’orto abbiamo trovato cibo ‘sospetto’.” Chi può avere preparato questa esca mortale? “Nemici non ne ho. Né ho avuto problemi di vicinato con i miei cani. Temo più qualcuno che provi un odio verso gli animali. Chiunque sia ha commesso un’azione crudele e mi auguro che venga fuori il responsabile, anche se nessuno potrà riportarli in vita. E al di là di quello che sarà l’epilogo, spero che un episodio del genere non si verifichi più e che raccontare il dolore che sto provando e che stanno provando altre persone nella mia stessa situazione possa aiutare a sensibilizzare chiunque sia capace di azioni simili. Mi auguro, insomma, che Lunetta e Max non siano morti invano“.
Congratulazioni alla neo dottoressa Caterina Calardo: 110 e lode con tesi su un museo dedicato alla pandemia da Coviv-19
Congratulazioni alla dottoressa Caterina Calardo per il brillante conseguimento della laurea magistrale con lode Alla presenza di genitori, fratelli e...
Leggi tutto