Il Tribunale di Campobasso ha assolto l’ex consigliere regionale Massimiliano Scarabeo e il fratello Gabriele dall’accusa di truffa ai danni della Regione Molise per non aver commesso il fatto. La sentenza, che ha assolto anche due imprenditori che erano imputati nel medesimo procedimento “perché il fatto non sussiste“, è stata emessa questa mattina dal giudice Laura Scarlatelli. Si tratta del filone d’inchiesta passato al Palazzo di Giustizia del capoluogo riguardante il reato di truffa allo Stato, mentre un secondo filone è oggetto di procedimento presso il Tribunale di Isernia e riguarda la presunta emissione di fatture false e reati fiscali. I fratelli Scarabeo, arrestati a giugno 2015 dalla Finanza (poi tornati liberi) e considerati dagli inquirenti all’epoca dei fatti contestati amministratori di fatto della Elcom spa, facente parte delle aziende del Gruppo Scarabeo, sarebbero stati secondo l’accusa responsabili di oltre un milione e duecentomila euro di Iva evasa e oltre 5 milioni di euro di costi indeducibili, nonché un importo Irap maggiorato rispetto al dovuto di 200mila euro. Il tutto sarebbe stato possibile, secondo le indagini, grazie all’emissione di fatture false nei confronti di clienti ignari e di società che avevano cessato di esistere. La Elcom, sempre stando all’inchiesta, avrebbe inoltre beneficiato di un contributo relativo al Por Fesr 2007-2013 di circa 122mila euro per l’acquisto di materiale e attrezzature che in realtà sarebbero risultati già in possesso dell’azienda. Proprio questa seconda parte dell’inchiesta è stata affrontata presso il Tribunale di Campobasso e ha in parte riguardato la presunta emissione di fatture false. Il collegio difensivo ha smontato le accuse, dimostrando l’estraneità dei fatti da parte degli imputati. In particolare per i fratelli Scarabeo è stata evidenziata la mancanza di elementi che dimostrassero il loro ruolo di amministratori della società, mentre per i due imprenditori, formalmente responsabili dell’azienda finita nel mirino della Finanza, gli avvocati hanno contestato il mancato accertamento delle spese sostenute per le attrezzature. “Siamo soddisfatti perché è emerso quello che abbiamo sostenuto sin dall’inizio“, commenta l’avvocato Mariano Prencipe, difensore dell’ex consigliere. A fronte dell’inchiesta e della misura cautelare che momentaneamente lo raggiunse, Massimiliano Scarabeo fu costretto a dimettersi da assessore regionale della giunta Frattura e successivamente fu per un periodo sospeso dal Consiglio regionale in applicazione della Legge Severino, salvo rientrarvi su istanza dei suoi legali in quanto il procedimento giudiziario a suo carico riguardava fatti passati contestati come imprenditore e non come amministratore pubblico.
Massimiliano Scarabeo: “Oggi dimostro la mia onestà intellettuale come imprenditore e come politico”.
“Assolto. È racchiusa in una parola la mia più grande soddisfazione morale nei confronti dei miei elettori. Oggi il Tribunale di Campobasso ha emesso la sentenza stabilendo la mia totale estraneità ai fatti che nel 2015 comportarono il mio allontanamento dalla vita pubblica sia come decadenza dal ruolo di assessore regionale e poi, per l’applicazione della legge Severino, la sospensione dal ruolo di consigliere. L’assoluzione di oggi rappresenta per me non solo l’affermazione della mia onestà intellettuale come imprenditore, ma anche e soprattutto simboleggia la mia onestà morale come politico che da oggi più nessuno potrà mettere in discussione. Il mio futuro politico riparte da qui. E non mi fermerà l’escamotage di una maggioranza che mette alla porta consiglieri eletti, anche se supplenti, modificando e applicando in legislatura in corso la legge elettorale che ha visto formare questo Consiglio regionale. Ma questa è un’altra storia a cui un altro giudice metterà la parola fine. Oggi mi riprendo la mia dignità di uomo e di politico agli occhi di tutti. Vado avanti più forte di prima perché ciò che non ti abbatte ti fortifica”.