C’è ancora grande festa in città per la promozione in serie C del Campobasso maturata domenica sul campo del Rieti con due giornate di anticipo e raggiunta dopo 32 anni di attesa. I tifosi già sognano le grandi sfide e le rumorose trasferte su rettangoli di gioco di maggior prestigio e la testa inevitabilmente va già alla prossima stagione nonostante l’attuale campionato non sia ancora terminato. A guardare il girone C dove il Campobasso sarà collocato c’è da farsi venire i brividi. Avellino, Bari, Catania, Foggia, Messina, Palermo, Pescara: parliamo di società che hanno cavalcato con le loro squadre i campi di calcio della Serie A, alcune delle quali nell’ultimo decennio (ad esempio il Bari fino al 2010-11, il Catania fino al 2013-14, il Palermo fino al 2012-13, il Pescara fino al 2016-17). L’esperienza avrà certo un forte peso psicologico e organizzativo, e alzerà l’adrenalina a mille sia nei giocatori che nei tifosi.
Non vanno inoltre dimenticate compagini come Cosenza, Catanzaro, Juve Stabia, Potenza che hanno in archivio partecipazioni, remote e recenti, in serie B. Fra loro anche il Taranto, la grande rivale del passato, che “soffiò” la promozione in C1 nel 2001 ai Lupi classificandosi primo a +2 punti sui rossoblù al termine di una stagione combattuta (in quel campionato, peraltro, il Campobasso affrontò Catanzaro, Foggia, Turris e Juve Stabia, future avversarie dei Lupi). Vanno infine considerare altre squadre che vengono da almeno un anno di terza serie. Servirà insomma un organico attrezzato e anche più cinico – se si pensa alle partite non chiuse dai Lupi nell’attuale campionato – per rimanere fra i professionisti, dopo la tanta fatica per esserci tornati. Ma anche il Campobasso ha la sua storia, una storia che lo proietta fra serie B e serie C nel decennio d’oro degli anni ’80. Questo le avversarie lo sanno. E così come ci sarà da temerle, anche loro temeranno i “nostri”.
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