Quando attraverso lo specchietto retrovisore interno Antonio Silvestri ha visto il ragazzo accasciato a terra a faccia in giù, il cuore gli è balzato in gola. La prima cosa che ha fatto è stata accostare il pulmino che ogni mattina conduce per accompagnare decine di studenti di Ferrazzano da casa a scuola e, viceversa, da scuola a casa. L’autista si è fiondato sull’adolescente, 13enne alunno delle Medie, girandolo supino. Il volto, parzialmente coperto dalla mascherina, aveva assunto una colorazione inquietante. “Si era fatto nero“, ci racconta in parole semplici lo stesso Antonio, che in quel momento non immaginava che di lì a poco sarebbe diventato un eroe. Anzi, ammette, la paura stava per avere il sopravvento. Il giovane non si muoveva e non accennava segni di reazione ai tentativi di svegliarlo da parte dell’uomo. La mascherina gli è stata subito tolta dal volto ma neanche sembrava respirasse più. Probabilmente il 13enne era andato in arresto cardiaco. “Mai in 25 anni di lavoro ho vissuto una situazione del genere“. Intorno a lui una quindicina di ragazzi, impauriti, scossi, impreparati di fronte a quella scena durante un consueto viaggio mattutino verso la scuola. Una luce però si è accesa nella mente del coraggioso conducente dello scuolabus. Antonio, pur sentendo il terrore tirargli la pelle e rendergli i piedi pesanti come sacchi di mattoni, si è alzato e ha urlato a due genitori che si trovavano proprio vicino al punto in cui il mezzo si era fermato, in quanto il loro figlio era in attesa di essere prelevato, di chiamare immediatamente i soccorsi. Dopodiché si è dedicato al ragazzo ancora incosciente. E ha iniziato a ripetere praticamente quello che aveva visto fare una settimana prima. Durante una dimostrazione di primo soccorso, a Riccia. “Non è stata la prima volta che ho seguito un corso simile nella mia vita“, ha sottolineato Antonio. “Ma col tempo rischi di dimenticare alcuni passaggi, magari dettagli importanti. E comunque nella realtà è diverso. Il caso ha voluto che questo episodio succedesse proprio dopo quel corso“. L’autista di Ferrazzano ha praticato il massaggio cardiaco al 13enne. Dopo alcuni, interminabili e disperati minuti, l’adolescente ha ripreso conoscenza. Ha iniziato a tossire. Ha aperto gli occhi. Era vivo. Era salvo. Antonio ha tirato un lungo sospiro di sollievo. Non era ancora finita ma il peggio sembrava essere passato. Ha preso una bottiglietta d’acqua e ha bagnato le labbra del giovanissimo malcapitato. Anche gli altri ragazzi, incuriositi, erano ormai sollevati. Poco dopo è arrivata l’ambulanza. L’autista-eroe ha affidato il 13enne ai sanitari del 118 che dopo brevi accertamenti sul posto lo hanno trasportato all’ospedale Cardarelli. “Devo ringraziare il Signore“, afferma emozionato Antonio. “Io ho fatto solo quello che sapevo fare. Per alcuni istanti ho temuto che non ce l’avrebbe fatta“. Ma grazie alla sua freddezza e al suo coraggio oggi invece conosciamo un altro epilogo. In paese ora tutti lo acclamano per il suo tempestivo intervento. I genitori del giovane non smettono di ringraziarlo. Nonostante l’episodio sia successo un paio di giorni fa, Antonio ancora avverte i brividi di quegli attimi. “Mi auguro di non dovermi più trovare in una situazione simile“. Il ragazzo è stato trasferito all’ospedale di Napoli dove stanno effettuando una serie di accertamenti per risalire alla causa del malore. Antonio, ha raccontato quello che è successo al medico che una settimana fa ha tenuto il corso di primo soccorso che ha seguito? “Ancora no“, sorride, “ma lo farò. E ne seguirò altri. Ho capito ancora di più quanto sia importante essere preparati su simili situazioni“.
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