Questa mattina, a Campobasso, presso l’auditorium di Palazzo Gil ha avuto luogo il “giudizio di parificazione” della Corte dei Conti per il Rendiconto generale dell’esercizio finanziario 2020 della Regione Molise. Dopo il saluto di apertura della presidente della Sezione regionale di controllo, Lucilla Valente, i magistrati istruttori Domenico Cerqua e Ruben D’Addio hanno riassunto gli esiti delle verifiche condotte sulla gestione 2020 della Regione e dell’intero sistema Molise, nonché sul rendiconto approvato dalla giunta regionale. È, inoltre, intervenuto il procuratore regionale della Corte dei Conti, Salvatore Nicolella. Presenti al “giudizio” anche diverse autorità e rappresentanti delle istituzioni, fa cui il sindaco di Isernia Piero Castrataro.
Questi gli esiti del controllo, così come trascritti nella relazione di accompagnamento.
«L’esame condotto ha mostrato molteplici irregolarità:
- impegni privi degli elementi costitutivi ex punto 5.1 all. 4/2 d.lgs. 118/2011;
- errata attribuzione codice SIOPE;
- errata conservazione dei residui passivi;
- errata costituzione FPV;
- impegni assunti dopo il perfezionamento dell’obbligazione giuridica;
- errata attribuzione della competenza economica della spesa;
- mancato riconoscimento debiti fuori bilancio.
Così come verificato per l’esercizio 2019, sono emersi debiti fuori bilancio non riconosciuti:
taluni debiti, riconosciuti poi legittimi, sono stati liquidati e pagati sulla base della mera proposta di Giunta e prima del vigore della legge regionale di riconoscimento (cap. 61052).
La ricorrente prassi della Regione Molise di imputare impegni di spesa e pagamenti cumulativamente a vari capitoli di bilancio o ad esercizi successivi a quello di competenza invalida la veridicità dei rendiconti finanziari relativi agli esercizi considerati.
L’analisi dei capitoli di spesa denota, anche per l’esercizio 2020, l’incapacità della Regione Molise di condurre una corretta programmazione e gestione finanziaria delle risorse e delle
spese: diversi capitoli sono stati sottostimati negli stanziamenti di bilancio rispetto alle effettive necessità di spesa.
In relazione agli impegni per i “danni causati dalla fauna selvatica” (capp. 43403 e 43400, quest’ultimo non campionato), simile sottostima, unita al sovrapporsi di più discipline
regionali di tutela pienamente risarcitoria (non, più propriamente, indennitaria) ed ai carenti prevenzione e governo della materia, ha fatto sì che la dovuta spesa si è concretizzata solo dopo le procedure monitorie ed il correlativo riconoscimento di debito fuori bilancio, con danno, in primis, per i destinatari dei rimborsi, costretti ad agire giudizialmente, ed, in secundis, per l’erario regionale, gravato delle ulteriori spese legali.
Provvedimentalmente, si registra una diffusa carenza nell’esposizione fattuale e motivazionale o la divergenza dell’operato dell’Ente dalle previsioni di legge regionale o statale (capp. 4001 e 18670): per la gestione amministrativa della concessione di contributi regionali a favore delle Società di mutuo soccorso (cap. 39402), l’Ente ha erogato contributi senza prima adottare la giudizio di parificazione esercizio 2020 – Regione Molise prevista normativa regolamentare; si è disposta la proroga del contratto di pulizia dei locali regionali (cap. 7507) mediante una semplice comunicazione, priva dei crismi di legittimità e
sufficiente motivazione; gli impegni per il “Patrocinio legale in favore di dipendenti ed amministratori” (cap. 6703) sono stati assunti senza che risultino il previo gradimento del legale o la motivata verifica dei requisiti di spettanza; desta dubbi anche il trasferimento finanziario disposto in favore di una società del comparto montagna, indiziato di costituire, per “abuso del diritto contabile”, un vietato soccorso finanziario, nonché di non rispettare la procedura di riconoscimento di debito fuori bilancio (cap. 61066).
Quanto al finanziamento regionale delle scuole paritarie (cap. 12705) non consta il titolo del pagamento della somma trasferita di € 19.352,88, diversa da quella indicata nel piano di riparto a cui l’atto di liquidazione fa riferimento (€ 8.922,84, effettivamente corrisposta con diverso mandato). Sorgono fondati dubbi di costituzionalità della legge regionale disciplinante “l’Area quadri” della Regione Molise (articolo 29bis legge regionale 8 aprile 1997, n. 7 e ss.mm.ii.), con esiziali riflessi sulla stessa legittimità della collegata spesa di personale (cap. 4007). In ultimo, si stigmatizza il costante sforamento da parte della Regione Molise dei termini di pagamento fissati dalla vigente normativa».