Ore 18.30. Hanno dovuto “bruciare” sette votazioni prima di arrivare all’unica strada che appariva possibile e chiara già alle prime “battute”. Probabilmente l’ottava sarà quella decisiva e decreterà la riconferma di Sergio Mattarella a Presidente della Repubblica. Almeno finché ne avrà le forze e sarà individuata la figura che ne erediterà il ruolo, probabilmente alla fine dell’attuale legislatura di Governo, quando verosimilmente Mario Draghi, attuale premier, costituirà la sintesi fra le forze politiche per la scelta del futuro Capo dello Stato. Intanto ci siamo dovuti sorbire nomi assurdi, astensioni, schede bianche, franchi tiratori, muro contro muro e persino qualche frase scritta sul foglio del voto che poco si addice ad un parlamentare in un simile contesto. Una settimana di degrado politico che ha bloccato l’attività delle Camere, che – tuttavia va detto – non sono certo nuove a teatrini dall’ignobile visione.
Toma e gli altri presidenti di Regione incontrano Mattarella, il Capo dello Stato dà la sua disponibilità.
I presidenti delle Regioni d’Italia questo pomeriggio hanno incontrato il Presidente della Repubblica “uscente” Mattarella, che si è reso disponibile ad accettare un secondo mandato. “Per questo – afferma il governatore del Molise, Donato Toma, – dobbiamo essergliene grati”. E ancora: “L’Italia continuerà ad essere in buone mani. Stabilià istituzionale e continuità governativa, in un momento di pandemia come questo, sono una priorità”. Toma in realtà, inizialmente, da esponente di centrodestra si era detto disponibile a votare Silvio Berlusconi, salvo il passo indietro di quest’ultimo prima del “tour de force” parlamentare, e aveva poi seguito le successive dinamiche, compreso l’appoggio a Maria Elisabetta Alberti Casellati, che però non ha raggiunto il quorum necessario. Visto l’impantanamento parlamentare, quando ormai il passo sembrava scandito, tutti i governatori hanno adottato una linea condivisa, manifestando il proprio appoggio a Mattarella, al fine di uscire da questa situazione.
Ortis: “Votato Di Matteo. Mattarella scelto dai grandi elettori per disperazione”.
“Ho votato il magistrato Nino Di Matteo nell’ottavo scrutinio per l’elezione del Presidente della Repubblica. Una figura che rispecchiava, come anche il giudice Paolo Maddalena, alla perfezione quegli ideali per difendere i quali mi sono candidato e sono stato eletto. Il Mattarella bis, per quanto avente una sua evidente logica politica e istituzionale, rappresenta un atto di viltà politica indelebile ad opera dei partiti, incapaci di assolvere fino in fondo il loro compito di fronte ai cittadini e al Paese e di guardare oltre l’attuale quadro”. Lo afferma il senatore Fabrizio Ortis al termine della settimana che ha portato il Parlamento in seduta comune a eleggere per la seconda volta Presidente della Repubblica la figura di Sergio Mattarella. “Pur consapevole che da solo non potevo certo fare la differenza, ho deciso di dare un segnale di serietà di cui la politica in questo momento ha tanto bisogno – ha rivendicato Ortis – Mattarella, da uscente, ha avuto il via libera a larga maggioranza, ma i partiti votandolo hanno assecondato l’egoismo di Draghi di conservare a ogni costo la possibilità, in futuro, di essere eletto Capo dello Stato. Certe logiche non mi appartengono: sono fiero di quanto fatto”. “Mi auguro a questo punto – ha concluso il senatore – che il Presidente Mattarella, votato per disperazione dai grandi elettori quando egli stesso non voleva restare al Quirinale, lavori al meglio negli interessi del Paese. Spiace, ma la politica tutta, dopo questa settimana, ha perso definitivamente di credibilità”.