Dai messaggi di affetto e cordoglio agli striscioni rossoblu con la tradizionale frase “Scannett Allert”, che richiama i colori della città, la frase tipica dei Misteri, ma anche il tifo per la squadra di calcio locale: una sintesi della campobassanità che Luigi Di Bartolomeo ha saputo rappresentare nella sua lunga vita e carriera politica. Questa mattina nella chiesa di San Giuseppe Artigiano le esequie funebri in onore al sindaco di sempre, Big Gino per gli amici, per i media, per la gente. C’erano diversi rappresentanti istituzionali e politici alla Messa celebrata da don Vittorio Perrella, così come tantissimi professionisti e persone del quartiere. Polizia Locale a lato della bara per quella sorta di legame a vita con il Palazzo della Città che era solo un “contenitore” amministrativo da frequentare solo quando necessario perché anche da sindaco lui amava stare fra la gente. E la gente, oggi, di lui si è ricordato e difficilmente potrà dimenticarlo.
Il messaggio del sindaco Roberto Gravina.
“Risulta difficile porgere i saluti a una platea commossa per la dipartita di un uomo che ha indossato, con orgoglio, la stessa fascia che oggi mi onoro di indossare io per salutare un Sindaco… già, un primo cittadino di nome e di fatto. Quell’orgoglio, Luigi di Bartolomeo, per tutti Gino, lo ha sempre mostrato, sin da quando, apertamente, anche contro alcuni, dichiarò a gran voce di voler diventare sindaco della sua amata Campobasso. Perché il politico, Gino, lo aveva già fatto a 360 gradi, salendo ai vertici di tutte le istituzioni locali, arrivando anche a Roma, dove non nascondeva il suo disagio per essere un semplice numero, distaccato dalla gente, dalla sua gente. È così che Gino diventa big Gino, capace di una comunicatività tutta sua, capace di passare da argomenti leggeri, con una ilarità travolgente, a momenti estremamente seri, con un piglio e una capacità di analisi concreta frutto di anni e anni di esperienza amministrativa, a momenti riflessivi e interiori, con una sensibilità che non ti aspettavi. Ed è qui che il politico non c’entrava nulla, è qui che veniva fuori il personaggio, perché Gino di Bartolomeo, oggi, viene celebrato prima ancora che come politico, come un personaggio di questa città. Il lutto cittadino, infatti, raccoglie il sentimento che la comunità ha manifestato per la perdita di una figura che ha rappresentato la campobassanità radicata nella nostra collettività cittadina e lo testimoniano le innumerevoli manifestazioni di affetto che la sua dipartita ha provocato. Una campobassanità capace di essere comunicata in modo trasversale: dai più piccoli, ai ragazzi e agli adulti, ognuno è stato raggiunto e toccato dalle sue parole dirette, coraggiose e leali che mettevano al primo posto, dinanzi a ogni discussione anche forte, i rapporti sociali e umani. È stato sindaco in un periodo in cui i social iniziavano a prendere piede e, suo malgrado, nonostante non fosse avvezzo, era presente con immagini o video che lo hanno ritratto sempre come un personaggio schietto, sincero e vero. Ed è con quella sincerità che ti porgo a nome di tutta la città, della tua e nostra Campobasso, l’affetto che meriti. Ciao big Gino, che la terra ti sia lieve.”